Mons. Brésillac e P. Planque

Mons. Brésillac e P. Planque

Nei giorni subito dopo Natale, la casa della Comunità SMA-NSA di Feriole si è animata di voci e volti nuovi: provenienti da quattro continenti si sono riuniti i rappresentanti dei laici che, in vario modo, affiancano i missionari.

Per le nostre riflessioni abbiamo ripercorso la vita di mons. de Marion Brésillac (fondatore della Società delle Missioni Africane) e di p. Augustin Planque (“il continuatore”, missionario SMA e fondatore della Congregazione delle Suore di Nostra Signora degli Apostoli, NSA).

Attraverso i loro scritti abbiamo fissato la nostra attenzione su alcuni aspetti della loro spiritualità, cercando quanto potesse più aiutarci a vivere gli stessi valori, come la ricerca della volontà di Dio, la fiducia nella Provvidenza, la preghiera, l’obbedienza e l’amore alla Chiesa.

Per obbedire alla volontà di Dio, Mons. de Brésillac sceglie la missione, anche contro la volontà paterna, perché sente che quella è la sua vocazione: “la vocazione non è altro che la volontà di Dio su questo o su quell’individuo .… Si tratta sempre della volontà di Dio davanti alla quale tutto deve piegarsi”.

Mons. de Brésillac parte così per l’India, dove si impegnerà per circa dodici anni, prima come semplice missionario poi come vescovo, per far crescere la Chiesa e farla amare come lui la ama, lavorando per la nascita di un clero e di una gerarchia locale.

Ha una grande fiducia nella Provvidenza: “Noi siamo figli della Provvidenza e, se ce ne rendiamo degni, ….la Provvidenza non ci abbandonerà” così scriveva ai suoi missionari in India, in un momento di difficoltà.

Lasciata l’India, su invito della Santa Sede, fonda la Società delle Missioni Africane. Sempre per obbedienza alle disposizioni della Santa Sede, invece che per il Dahomey (come desiderava), parte per la Sierra Leone dove morirà a soli 46 anni. Ucciso dalla febbre gialla insieme a cinque confratelli.

In tutto, Mons. de Brésillac è stato sostenuto dalla preghiera, sua e di quelli ai quali chiedeva di pregare per lui: “Dio non voglia che indietreggiamo davanti al pericolo.… Preghiamo, preghiamo incessantemente, speriamo e amiamo. Dio farà il resto”.

Prima di partire per l’Africa, Mons. de Brésillac aveva affidato l’Istituto a un giovane prete, con lui fin dagli inizi, p. Agustin Planque: “Se il mare e i suoi scogli volessero che quest’anno fosse l’ultimo per me, voi sarete là perché l’opera non faccia naufragio”.

Questo sarà per p. Planque come un testamento. Alla notizia della morte del fondatore, senza scoraggiarsi e fidandosi della Provvidenza, p. Planque si impegnerà per portare aventi l’opera missionaria, scriverà: “Non abbiamo che un desiderio, quello di dare alla Chiesa buoni e numerosi missionari per i paesi d’Africa che sono stati fino ad ora abbandonati”.

Per rendere possibile l’evangelizzazione del mondo femminile, fonderà la Congregazione di Nostra Signora degli Apostoli per affiancare i padri in missione, collaborazione che continua ancora oggi.

  1. Planque, unendosi a Mons. de Brésillac, aveva sicuramente altri progetti per la sua vita, ma aveva saputo riconoscere la volontà di Dio negli avvenimenti: “E’ necessario santificarsi dove si è e nelle circostanze in cui ci si trova, senza credere che altrove, al posto di vincere se stessi, si trovino soltanto delle consolazioni”.

Per cinquant’anni si prodigherà per provvedere al necessario dei due Istituti, anche se questo gli costerà non poco: “Una sola cosa mi ha sostenuto in questa occupazione diametralmente opposta ai miei gusti e alle mie attitudini: è stato il pensiero della volontà di Dio”.

Dopo queste riflessioni, a noi tutti è rimasto l’impegno a continuare, nel nostro quotidiano e nel nostro ambiente, a far crescere la passione per la missione, se pur in modi diversi e con impegni a livelli diversi, ci auguriamo che questa esperienza ci porti a condividere sempre più e sempre meglio l’attività missionaria a fianco di questi due Istituti.