capodanno1

“Gli italiani sono magnifici”. È una frase pronunciata da uno dei giovani rifugiati africani accolti a Feriole. Lo ha riportato una ragazza che ha partecipato allo ‘speciale’ capodanno organizzato in casa SMA-NSA. La gioia della serata, il piacevole stupore di aver passato le ultime ore del 2015 in compagnia di padri, suore, famiglie italiane e migranti africani, trasparivano dalla sua voce.

Sì, perché questa festa è stata voluta come un incontro di culture, un modo per dare la possibilità a famiglie italiane e migranti africani di vivere un momento importante insieme. E anche come occasione di uscita per far vivere a questi giovanissimi uomini una serata diversa. Un saluto a questo anno che se ne va e che li ha visti affrontare l’abbandono forzato del proprio paese, della famiglia, di un mondo intero di relazioni e vita per affrontare un viaggio disumano e pericoloso verso una labile speranza in Europa. Un anno che li ha visti anche accolti dall’Italia, dalla generosità dei semplici che li ospitano e cercano di aiutarli. Davanti c’è l’incertezza di un nuovo anno, la paura di non avere prospettive chiare. Fare questo passaggio dal vecchio al nuovo insieme ad altre persone scioglie per un po’ la preoccupazione e allarga lo spazio della speranza.

La serata ha visto arrivare alcune famiglie che collaborano con noi e che hanno accettato con entusiasmo di preparare la serata. I loro bambini allegri e a loro agio, sono stati fondamentali per la riuscita della festa. Sono arrivati migranti di Feriole e di Battaglia provenienti da vari paesi, lingue e religioni dell’Africa, con le loro insegnati di italiano. E poi i padri e le suore della comunità SMA-NSA, che non si sono risparmiati nel festeggiare insieme.

La serata è iniziata con le presentazioni di tutti. Il salone era addobbato con festoni natalizi e le tavolate di cibo e bevande incorniciavano lo spazio dedicato alle attività. Tra un piatto e l’altro abbiamo danzato, cantato e chiacchierato piacevolmente. Il pezzo forte è stata una tombolata ’speciale’: ad ogni vincita, prima di ritirare il premio bisognava passare una prova di canto o di danza. Inutile dire che le prove sono state partecipatissime e che hanno visto vincere i premi più disparati sia tra gli italiani che i migranti. Un successo! A cavallo della mezzanotte abbiamo formato un cerchio e uniti attorno ad alcune candeline accese ognuno ha pregato il proprio Dio. Abbiamo ascoltato preghiere in diverse lingue e il silenzio, l’unione dei cuori e gli accorati appelli a Dio mi hanno fatto quasi ‘sentire’ la presenza dello Spirito che unisce nella differenza di lingua, culture e religione. Un momento di fratellanza universale.

La festa si è poi conclusa con brindisi, grosse fette di panettone e auguri sinceri. L’augurio è che questo anno 2016, iniziato nel nome di Dio e nell’unione con i fratelli, continui a dare frutti di pace, speranza e benedizione a tutti. Specie a chi ne ha più bisogno.

Sr Giuliana Bolzan