dalla-missione-2suor-etta“Dio non ha creato i ponti, ci ha dato le mani”. La saggezza africana mi ricorda che è molto importante quello che possiamo fare, che dobbiamo guardare la vita con cuore aperto, con senso di responsabilità facendo in ogni circostanza quello che è nelle nostre possibilità. Le nostre “mani” sono guidate e sostenute dalle Mani  della Provvidenza che arriva a noi per tante strade diverse ma sempre per aiutarci ad edificare qualcosa di bello e di buono. È quello che imparo ogni giorno qui a Kolowarè, nella vita animata, a volte convulsa del nostro Centro Sanitario.

Nella nostra piccola comunità di quattro suore, due italiane e due togolesi, abbiamo avuto la gioia di festeggiare l’impegno definitivo, con i Voti Perpetui nel nostro Istituto, di suor Lucienne  che ci affianca nel servizio ai più poveri e malati. Nel nostro Centro sanitario di Koloware collaborano con noi medici ed infermieri: grazie al buon lavoro in equipe riusciamo ad accogliere, a curare e ad accompagnare un gran numero di ammalati, soprattutto donne, bambini e disabili. Le attività stabili e programmate vengono spesso scompaginate dall’imprevisto che è sempre alle porte e ci chiede creatività e disponibilità.

Eccone qualche testimonianza

Mardia, Radia Walia sono tre gemelline di nove mesi. La più in forma pesa 3.850 gr le altre due 3.500 gr. Ciascuna. La mamma le ha partorite con taglio cesareo, le ha allattate per due mesi, ma poi si è ammalata gravemente. Non sappiamo di che cosa le abbiano nutrite nei sette mesi successivi: sono arrivate da noi magrissime e disidratate, se continuavano così erano destinate a morte certa. Abbiamo incominciato subito a nutrirle in modo conveniente iniziando con il biberon… Tutte tre lo hanno svuotato in un attimo, segno di vitalità che fa ben sperare.  Essendo solo un caso di malnutrizione non sarà difficile rimetterle in salute e restituirle alla famiglia. Sono ricoverate da noi con la nonna che si occupa di loro.

dalla-missione-2-i-tre-gemelliniIncredibile ma vero! Pochi giorni dopo abbiamo ricevuto altri tre gemellini: due maschietti e una femminuccia di otto mesi. Ma questi avevano la mamma. Solo la bambina era ammalata gli altri due erano solo affamati. La bimba è deceduta dopo una decina di giorni i maschietti invece ora stanno meglio.

La settimana scorsa nel nostro Centro era ricoverata una bimba di due anni che non riusciva a tenere il collo dritto dalla fatica, era curata per una forma grave di malaria. Quando l’ho vista così affaticata ho chiesto all’infermiere perché non la trasferiva al grande Ospedale . Mi ha risposto che i genitori non avevano i mezzi. Ho loro dato un po’ di soldi e sono partiti all’ospedale, dopo qualche tempo la mamma è ritornata con la bambina guarita a ringraziarmi, contenta di averla potuta salvare. E mentre scrivo penso alla persona che ha offerto quei pochi euro e che “ridonato vita” a questo bambino … benediciamo il Signore per tutto il bene che c’è in giro, ma che non fa rumore …  benediciamolo perché si serve della nostra povertà per farci strumenti di vita e di bontà.  

Jacques, lunedì mattina, l’abbiamo trovato morto nella sua capanna. Jacques era un lebbroso cieco, il mio preferito, sempre sorridente e sereno. Quando sentiva arrivare qualcuno a casa sua batteva le mani di contentezza. Durante il giorno lo si sentiva spesso canticchiare canti religiosi. Il 25 luglio, festa di San Giacomo, gli ho comperato un pane zuccherato da lui preferito e li ho dato qualche centesimo per festeggiare. Con questi soldi ha comperato delle arachidi e le ha condivise con i suoi amici. Era molto attivo, sapeva Intrecciare abilmente le corde per fare i tetti di paglia delle capanne. Era fedelissimo in chiesa, alla domenica, quando facevo la celebrazione della Parola di Dio, dopo la traduzione, lui ripeteva il Vangelo quasi a memoria e le sue riflessioni erano ricche di fede e di saggezza e sempre faceva una preghiera di intercessione. Ha sofferto tutta la vita … lebbroso, cieco, iperteso, diabetico, una terribile ernia ombelicale, ma non ha mai perso la fede e la gioia. Si affidava a Dio ed era sempre riconoscente con noi che non l’abbiamo mai abbandonato e ha potuto sempre vivere in seno alla comunità e non recluso ai margini della vita del villaggio. E’ morto nel sonno, lo abbiamo trovato nella posizione di una persona che dorme tranquillamente ….

Un passaggio dalla terra al Cielo, nel Regno del Padre, dove gli umili sono esaltati e rivestiti di gloria.

Noi suore, consapevoli del grande dono che è la nostra consacrazione al Signore, cerchiamo di vivere le nostre giornate cercando di fare del nostro meglio: ogni giorno incontriamo diverse occasioni per essere di sostegno, di conforto, di aiuto a tanti poveri che non trovano soluzioni ai loro problemi. Chiediamo al Signore di aiutarci ad avere un cuore attento, ci affidiamo alla Vergine della visitazione, lei che si è messa in cammino vedendo il bisogno della cugina. Anche noi siamo sempre “in cammino” verso le persone che la Provvidenza mette sulla nostra strada.

Sr Etta Profumo, NSA