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Incontro Mondiale per giovani consacrati e consacrate 

Desidero ringraziare prima di tutto le mie responsabili per l’opportunità che mi hanno dato di partecipare a questo memorabile incontro a Roma.

Al vertice della convegno c’è stato l’incontro con il Santo Padre, un’esperienza degna di essere ricordata e condivisa.  Il tema del seminario è stato “Svegliate Il Mondo”, una frase molto impegnativa per tutti i giovani religiosi consacrati come me.

Viviamo in un mondo pieno di violenza, egoismo, potere e materialismo. Il mondo nel quale siamo inviati, è ferito. Come possiamo svegliare e guarire oggi il nostro mondo? Essendo gioiosi, e mostrando al mondo la gioia legata all’adesione a Cristo, sotto l’azione dello Spirito Santo, e mettendo il suo Vangelo in pratica. Coloro che si sentono amati dal Signore sanno come porre la loro piena fiducia in lui, ed essere a servizio dell’umanità per amor suo.

Per risvegliare un mondo addormentato bisogna essere uomini e donne di comunione! Dobbiamo sforzarci quindi di essere radicati in una familiarità personale con Dio, che abbiamo liberamente scelto. Dobbiamo essere infaticabili costruttori di fraternità e soprattutto allenarci a praticare la legge dell’amore reciproco specialmente con i più poveri dei poveri.

La comunità è dove siamo formati e illuminati. Un luogo dove io posso vivere e in cui posso fidarmi. La comunità è un eccellente scuola per promuovere quotidianamente l’amore. Dio Trinità è essenzialmente un Dio d’amore e di comunione, così noi, suoi figli e figlie, dobbiamo vivere e amare la vita comunitaria. E così   amore e comunione sono il risultato dello svuotamento di se stessi che si attua nel vivere quotidiano. In comunità, mia sorella diventa la mia più grande opportunità di sperimentare Dio. In comunità mi è data la possibilità quotidiana di amare le mie sorelle, con loro io posso svuotarmi del mio egoismo, e posso essere autentica facendo qualcosa di buono per Dio.   Papa Francesco ha evidenziato le caratteristiche principali della vita consacrata. Secondo lui, la caratteristica principale non è la radicalità del Vangelo, perché tutti i cristiani sono chiamati a questo, ciò fa parte della spiritualità cristiana. La caratteristica principale di una persona consacrata è di essere un vero profeta, un vero testimone ed essere in grado di amare senza misura. Il consacrato deve internamente e costantemente riflettere una vita di castità, obbedienza e povertà. Siamo chiamati a vivere questo stile di vita attraverso la libertà che viene dallo Spirito Santo, non una libertà mondana. Egli ha osservato che una mera rigida osservanza della legge toglie la libertà. Noi siamo chiamati a manifestare la libertà profetica, una libertà che è unita alla testimonianza e all’affermazione della nostra fede.   Quindi la mia vita consacrata diventa sterile se io non mi permetto di sognare in questa direzione. Profetica libertà è la capacità di sognare nel Signore ed è l’opposto della rigidezza del mondo. In Matteo 23 veniamo messi in guardia circa l’inflessibile semplice osservanza della legge. Un rigido osservante cerca il suo personale interesse, sentendosi così migliore degli altri. Non dovrei dire e nemmeno pensare per esempio, ” Ti ringrazio Signore, perché non sono come questa sorella ……”Sr Mary Amoako

Come evitare di diventare così? Restando aperta al dialogo, sia personale che comunitario. Uno dei più grandi peccati in cui spesso ci imbattiamo nella vita comunitaria, è l’incapacità o la mancanza di volontà a perdonarci tra suore. Spesso diciamo, “deve pagare per quello che mi ha fatto”. Un altro cancro che distrugge la vita comunitaria è il pettegolezzo. I pettegolezzi in comunità impediscono il perdono, fanno nascere distanze tra di noi. Il pettegolezzo non è solo un peccato, ma anche una forma di “terrorismo”. Ogni volta che mormoro su una sorella, sto gettando una bomba sulla sua reputazione, rendendola indifesa, perché tutto si fa nell’oscurità, nel silenzio o attraverso la mormorazione.  Il buio è il regno di Satana e la luce è il regno di Gesù. Se c’è qualcosa di tua sorella che desideri far sapere, dillo faccia a faccia, perché il pettegolezzo è una piaga che distrugge la vita comunitaria. Il Santo Padre ci ha detto che l’evangelizzazione è lo zelo apostolico che brucia dentro i nostri cuori, Posso evangelizzare testimoniando con la mia carnalità, con la mia vita. Io posso aver studiato tanto, aver frequentato tutti i corsi di evangelizzazione, ma la capacità di toccare realmente i cuori delle persone   non viene dai libri, viene da un cuore ardente, un cuore che sta bruciando dell’amore per Gesù Cristo. Noi religiose dobbiamo avere questo cuore perché noi siamo le icone della tenerezza e della maternità della Chiesa. Dovremmo essere saldate al popolo di Dio. Dobbiamo sempre ricordare il nostro primo incontro col Signore; dobbiamo sempre tornare con la memoria alla nostra prima chiamata, per ricordare la misericordia e la grazia che abbiamo ricevuto dal Signore. Il Signore mi ha guardato e mi ha amato ed Egli non ci lascerà mai soli, nemmeno nei momenti di oscurità. Dobbiamo far memoria del nostro passato per imparare a ripercorrere la nostra storia passata, in modo da non essere raggiunte dall’orgoglio. Noi dovremmo essere donne di adorazione e di umiltà. 

Così come la piccola matita nelle mani di Dio, Egli avrà il controllo e si servirà di noi come suo strumento, per realizzare la sua opera di salvezza.

Sr Mary Amoako, NSA