Sono tanti i progressi degli ultimi 30 anni nel riconoscimento dei diritti dei bambini, da quanto l’Onu ha approvato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. A partire dall’accesso alla scuola primaria e ai vaccini, passando per i matrimoni precoci. Ma le disuguaglianze sono tante: ce lo ricorda l’Unicef in occasione di questa Giornata mondiale

 Nel 1988 erano solo tre i Paesi che vietavano, per legge, a genitori e insegnanti di punire i bambini disubbidienti con uno schiaffo o una bacchettata sulle dita. Oggi, sono 58 i Paesi che proibiscono le punizioni corporali ai danni dei più piccoli. È solo un piccolo esempio, tra i tanti, dei cambiamenti positivi che si sono registrati nel corso degli ultimi trent’anni.

Era il il 20 novembre 1989 quando l’Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Un testo fondamentale che, come scrive l’Unicef, «ha cambiato in maniera indelebile il modo in cui il mondo vede i bambini: come portatori di diritti».

  • Ma attualmente questi diritti vengono effettivamente rispettati?

Certo è che l’attuale situazione politica, economica e sociale non aiuta. La crisi economica e lavorativa, le difficoltà a cui vanno incontro giornalmente le famiglie sono tutti fattori che inevitabilmente toccano e impattano anche quella che dovrebbe essere l’innocente e spensierata vita quotidiana di bambini e bambine. E i dati ce lo dimostrano. Nel mondo circa 50 milioni di bambini tra i 6 e i 15 anni non hanno accesso all’educazione di base, secondo le stime di Save The Children e di Education for All Global Monitoring Report dell’Unesco. Questi numeri sono ancora più evidenti nei paesi dilaniati da guerre e distruzioni.

Oltre il dato educativo altri sono le statistiche che rendono la situazione ancora più drammatica. Infatti secondo il rapporto di Save The Children sullo sfruttamento minorile al mondo sono circa 5,5 milioni i “piccoli schiavi invisibili” impiegati in tutti i settori lavorativi esistenti, dall’agricoltura ai servizi, e tra loro anche vittime di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale. 

Infine, ma non per importanza, è degno di nota il fenomeno ormai fin troppo diffuso dei bambini soldato, una delle più pesanti violazioni dei diritti umani e dell’infanzia. Il paese con più casi è l’Africa, considerata l’epicentro della cosa. Finché tali fenomeni continueranno ad esistere, vi saranno ancora bambini a cui verrà negato il diritto di godere dell’infanzia, uno dei periodi più importanti ed imprescindibili nella vita di ognuno.

Garantire che i diritti sanciti dalla Convenzione siano rispettati quindi è tanto nell’interesse dei bambini quanto nel nostro: sono questi ultimi che rappresentano il futuro ed è necessario partire da loro per garantirne uno migliore e soddisfacente per tutti.

E in un mondo sempre più globalizzato e multiculturale è importante che tutti abbiano gli stessi diritti e che le differenze vengano appianate. Difficilmente un bambino percepisce un suo coetaneo come diverso: nella sua naturalezza e genuinità tutti siamo uguali, non importa la razza, la lingua o le tradizioni. Ed è importante che non vengano perpetuate quelle opinioni che hanno caratterizzato e diviso popoli e Paesi per troppo tempo.

I bambini hanno tanto da imparare dagli adulti, ma anche noi abbiamo tanto da imparare da loro.