Dal 22 al 27 agosto 2025 il Meeting di Rimini ha ospitato la mostra “Chiamati due volte. I martiri d’Algeria”, promossa da Fondazione Oasis e Libreria Editrice Vaticana . Un’edizione che racconta la vita, il sacrificio e l’eredità dei diciannove cristiani – religiosi e religiose – uccisi nel decennio più buio della storia recente dell’Algeria, tra il 1994 e il 1996 .

Henri Vergès (Marista), Paul-Hélène Saint-Raymond (Piccole Sorelle dell’Assunzione), María Martín e Esther Alonso (Agostiniane Missionarie), Alain Dieulangard, Charles Decker, Jean Chevillard, Christian Chessel (Padri Bianchi), Bibiane Leclercq e Angèle-Marie Littlejohn (Nostra Signora degli Apostoli), Odette Prévost (Piccola Sorella del Sacro Cuore di Charles de Foucauld), Christian de Chergé, Luc Dochier, Christophe Lebreton, Michel Fleury, Bruno Lemarchand, Célestin Ringeard, Paul Favre-Miville (Trappisti, i “monaci di Tibhirine”) e infine Pierre Claverie, vescovo di Orano (insieme al suo autista e amico musulmano Mohammed Bouchikhi) 

Ecco i nomi dei 19 martiri cristiani, ricordati sempre con l’amico musulmano del vescovo Claverie, che non ha voluto abbandonarlo. Con loro ricordiamo tutti gli algerini morti in quel periodo nero, con la sola colpa di essere contrari alla violenza e ambire ad un’Algeria aperta e pacifica.

La mostra, attraverso pannelli, video, lettere e testimonianze inedite, accompagna il visitatore in un cammino che racconta:

  • la scelta drammatica ma liberante di restare in Algeria nonostante le minacce;
  • l’impegno concreto per la pace, il dialogo e la convivenza fraterna fra cristiani e musulmani;
  • la forte dimensione umana e spirituale delle loro azioni, vissute nella quotidianità del servizio e dell’amicizia.

Il titolo “Chiamati due volte” evoca la duplice vocazione di questi martiri: una chiamata da Dio e una chiamata dal popolo algerino che amavano tanto .

Nel cuore di questa memoria, sottolineamo la testimonianza di sr Bibiane Leclercq e sr Angele‑Marie Littlejohn, missioanrie NSA. Entrambe furono uccise il 3 settembre 1995 ad Algeri, mentre tornavano dalla Messa: “colpite a morte per strada” . Entrambe operavano da decenni in Algeria: Bibiane, a Costantina e poi ad Algeri,  dirigeva un centro di cucito per ragazze svantaggiate, aiutandole cos’ ad imparare un mestiere; Angele‑Marie lavorava nella scuola d’arte e supervisionava un orfanotrofio e un collegio. Quel lavoro di ‘promozione della donna’ che ci caratterizza dovunque siamo in missione. 

Un testimone racconta che camminavano per il quartiere salutando sempre tutti: “quando ci passavano vicino dicevamo loro: ‘Buongiorno, mamme’” . Una semplicità che nascondeva una scelta consapevole: essere vicine a tutti, amare tutti. Essere presenti per la popolazione. Un amore corrisposto dalla gente del quartiere che ha chiesto a gran voce che restassero con loro. Cosa che le due suore hanno fatto.

Lungo il percorso espositivo al Meeting, queste vite prendono forma tra documenti, oggetti e fotografie raccolti da Roma, Parigi, Lione, Normandia, Tunisi e Algeria .

Incontri, dibattiti e proiezioni – compreso il film Uomini di Dio – accompagnano la mostra, rendendola una tappa viva e partecipata della memoria collettiva . Si avverte forte la chiamata a una presenza “senza protagonismi”, a una missione incarnata nell’amicizia, nel silenzio, nella gratuità che ricuce le divisioni e insegna come tessere la pace tra i popoli.

Tutto questo ci riguarda da vicino:

  • Una memoria che parla al presente: i martiri d’Algeria non sono solo figure del passato, incarnano un ideale missionario che oggi, nella nostre comunità e oltre, è ancora necessario coltivare.
  • Una testimonianza concreta: la scelta di restare “a qualunque costo”, il servizio quotidiano, l’apertura verso la realtà, sono semina che continua a portare frutto sia in algeria che altrove.
  • Una mostra che educa e commuove: partecipare a questo evento, visitarlo, raccontarlo, significa dare voce a chi ha testimoniato fino al dono totale di sé. E lasciarsene interrogare.

In conclusione, la mostra “Chiamati due volte” è un invito a non dimenticare, a lasciarsi trasformare da storie concrete di amore fino al sacrificio, a rinnovare il nostro impegno per la pace, il dialogo e la fedeltà alla vocazione missionaria. La memoria dei martiri, in particolare delle nostre sorelle, sr Bibiane e sr Angele‑Marie, resta una luce in un tempo buio: invita, scuote, inerroga. E apre il cuore a una missione che continua, oggi e sempre, per tutti noi che viviamo in questo mondo oggi.


Se volete saperne di più, ecco alcuni link ai vari social media che raccontano la mostra:

Instagram Meeting di Rimini: https://www.instagram.com/reel/DNqgZhqK0M9/?igsh=djFubDhiOHA5d2k3

Vatican News: https://share.google/5eD98a0uM1M5NSiYe

Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=PrDEd3b00HE  /  https://youtu.be/iNTfVC-j0zI?si=HGUERoCdJl8h2RTM