Si è svolto a Genova, dall’11 al 13 giugno 2025, il Convegno SPeRA (Solidarietà tra le Persone e le Religioni in Africa), un momento di incontro, riflessione e scambio dedicato al continente africano, alle sue sfide, ai suoi popoli e ai legami con l’Italia. Oltre alla città di Genova erano in collegamento anche le città di Roma, Palermo, Bologna, Brescia, Messina e Guidonia. Senza contare i relatori collegati da altre parti del mondo.
“Il convegno SPeRA è l’unico luogo in cui realtà tanto diverse come Università, Chiesa, imprese, volontariato e istituzioni si incontrano con un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita in Africa attraverso il dialogo e la collaborazione” ha sottolineato il prof. Edoardo Berti Riboli, responsabile del Convegno. “È proprio dalla sinergia tra le competenze e dalla condivisione delle buone pratiche che possono nascere progetti di cooperazione veramente efficaci, capaci di durare nel tempo e generare valore nei territori”.
L’Università degli Studi di Genova, ad es., è tra le 51 università italiane che hanno stabilito progetti e collaborazioni nel continente africano per formare una nuova classe di medici, e non solo, in loco.
La Confindustria ha lavorato, oltre che per il supporto logistico del Convegno, anche per il coinvolgimento delle imprese e per i progetti che riescono a coniugare formazione e inserimento lavorativo. L’appello di cooperazione di SPeRA è stato raccolto anche dalle realtà religiose, in primis la Chiesa cattolica e quella valdese. La chiesa è presente in modo capillare nei diversi Stati, non solo nelle Diocesi, ma anche grazie ai numerosi missionari che da sempre fanno da ‘ponte’ culturale e spirituale con la popolazione autoctona.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito di SPeRA, condividendo pienamente l’approccio solidale e rispettoso delle popolazioni africane promosso dal Consorzio” spiegano sr Giuliana Bolzan NSA e Marco Arata del Tavolo Giustizia e Pace. “Il Tavolo riunisce da oltre vent’anni realtà missionarie e associative impegnate in progetti che affrontano povertà, pace e disagio sociale. Crediamo fortemente nel ‘fare rete’ e cooperare insieme, perché ‘nessuno si salva da solo’ e soltanto cambiando i nostri stili di vita possiamo davvero migliorare quelli altrui. Inoltre è importante abituarci a guardare al continente africano come ad un continente adulto, non solo da aiutare, ma da conoscere e da cui lasciarsi anche interpellare. Quindi non progetti per l’Africa, ma CON l’Africa e gli Africani”.
Tra i tanti appuntamenti, il pomeriggio del 12 giugno è stato un momento particolarmente intenso e significativo. Il tema, “Le Chiese in Africa”, ha dato voce a esperienze di fede vissute nel quotidiano, spesso in contesti complessi ma ricchi di speranza. Tra le relatrici, sr Kathleen McGarvey, NSA, ha offerto un intervento profondo e illuminante collegandosi dalla Nigeria, dove vive e lavora. Docente presso l’Università di Abuja, ha condiviso con passione il cammino della Chiesa locale nel suo impegno per la riconciliazione, la pace e la giustizia. Ha sottolineato l’importanza di un lavoro in rete, attenta ai vissuti delle donne, alle dinamiche culturali e alla promozione del dialogo interreligioso, in un Paese segnato da tensioni etniche e religiose. “La Chiesa in Africa ha un volto giovane, dinamico e pieno di potenzialità. Ma perché sia realmente profetica, deve saper ascoltare le sue genti, valorizzare i carismi locali e costruire insieme relazioni di giustizia e rispetto”. La nostra presenza in Africa non è un’azione da ‘portare’, ma una relazione da COSTRUIRE: camminare con, ascoltare, lasciarsi trasformare…
Il pomeriggio è stato arricchito anche da altre testimonianze, tra cui quelle di laici africani impegnati nelle loro comunità, segno di una Chiesa che si fa popolo, corresponsabile, viva.
In un mondo segnato da troppe narrazioni unilaterali sull’Africa, il Convegno SPeRA ci ha ricordato la bellezza del fare rete, del costruire ponti anziché muri, dell’imparare gli uni dagli altri. Come suore NSA rinnoviamo la nostra convinzione che solo insieme, in una rete di relazioni autentiche, possiamo dare forma a un futuro condiviso, dove l’Africa non sia solo ‘destinataria’ ma PROTAGONISTA.
Fare rete, per noi, significa scegliere ogni giorno la via dell’incontro, dell’ascolto e della reciprocità. È così che nascono relazioni sane, nuove e generative, capaci di trasformare tanto noi quanto il mondo che abitiamo.