Un anno intenso questo 2018, per noi suore NSA. Un anno che ci fa pensare alla stoffa artigianale che si lavora a mano per uno di quei variopinti teli, un anno che ci riporta esattamente al il 16 gennaio 1968. Con bolla 357 la Sacra Congregazione “de Propaganda Fide” (il dicastero pontificio nel quale si concentra la direzione e il governo generale dell’attività missionaria cattolica nel mondo) emetteva il decreto di erezione della Provincia Italiana. Il Capitolo Generale svoltosi nel 1967 in Francia aveva suddiviso la Congregazione NSA in provincie “AEGYPTI, AFRICAE SEPTENTRIONALIS, A LITORE EBURNEO (vulgo Côte d’Ivoire),  DAHOMEY, GALLICA ET ITALICA”.

Il ’68 è stato un anno di grandi cambiamenti per tanti Paesi europei, alle prese con la contestazione giovanile, la rivoluzione dei pacifisti “figli dei fiori” e le rivendicazioni del femminismo. Anche per noi lo è stato, anche grazie all’accelerazione data dal Concilio; dopo lo stupore iniziale avuto per il dono ricevuto, dono che dava alle suore la possibilità di mantenere contatti più stretti con il proprio luogo d’origine, la propria cultura, la Chiesa Locale, culla della loro vocazione, si sono subito lanciate nell’avventura.  In aprile 1968 la progressione degli eventi si fece frenetica: occorreva riorganizzarsi e si iniziò subito con l’elezione della prima Superiora Provinciale, sr. Giovanna Fusi, la ricerca della sede a Milano, che fu in via C. Parea, e poi le comunità da aprire, seguire o riformare (Trezzo, Marino, Palermo, Comerio, Valmadrera, Feriole); una rete di sedi ciascuna con le sue suore, la campionatura delle esperienze, i carismi, i progetti di accoglienza, sviluppo ed integrazione.

Questa esperienza di una Chiesa che cambia pelle per potersi mantenere “viva”, ci porta a considerare l’immagine che fu tanto cara al Cristo e ai primi discepoli: quella dei “pescatori di uomini”. La Provincia Italiana la possiamo immaginare come una vera e propria rete da pesca, dalla Francia gettata in quel lontano ’68 verso l’Italia allo scopo di coprirne il territorio, fino all’Africa, per “impigliare”, attirandole dentro ad essa, le giovani; ma anche rete di sostegno per chi era già suora, rete cui ci si poteva aggrappare, abbastanza fitta per cui nessuno potesse sganciarsi, abbastanza forte perché tenesse con il mare in burrasca, abbastanza larga da non soffocare nessuna. Ma Bardello, Airuno, Feriole, Genova, Milano sono, allo stesso tempo, anche i nodi di quella rete: una rete di relazioni, di esperienze pilota e di attività consolidate, una rete di sinapsi di missione che hanno permesso al carisma NSA di percepire ogni bisogno delle varie periferie, ogni loro situazione, ogni singolo progetto. Il “nostro” ’68 è una rivoluzione alternativa, fatta di “si” e di “eccomi” piuttosto che di barricate e proteste.

Una rivoluzione meno eclatante e meno rumorosa, ma con effetti che sono sotto i nostri occhi donandoci una gioia “che nessuno ci toglierà”. Sono trascorsi 50 anni dalla nascita della nostra Provincia, è normale per noi rifarne la storia, ricordandone le varie tappe, i momenti belli, anche quelli un po’ più difficili… Ciascuna di noi potrebbe, secondo la propria esperienza, rappresentarla con una immagine significativa, qui scegliamo quella evangelica del piccolo seme messo nel terreno buono, che cresce poco a poco dando fiori e frutti.

La redazione


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