Era gennaio, correva l’anno 1927. Una piccola raccolta di fogli scritti a mano corredati di elaborate cornicette, disegni di serpenti, canoe e capanne veniva  progettato, confezionato, distribuito ed, infine, letto da suore, amici e sostenitori della comunità NSA. Voleva essere un collegamento fra Italia e Africa, fra la terra di partenza e quella di arrivo della missione: il suo nome (“grazioso” e “amabile” come si cura di specificare la prima redattrice) era il “nostro”: Regina Apostolorum.

Ebbene sì! R.A. compie 90 anni ma, come solitamente  si dice in tali occasioni, non li dimostra. Oggi: patinata, piena di colori e di foto, edita con le moderne tecniche grafiche, completamente votata a far emergere le molteplici realtà del mondo globalizzato; ieri: scritta a mano con un carattere calligrafico perfetto,  desiderosa di far conoscere al lettore il modo di pensare, le difficoltà, le speranze e i tanti timori della una vita quasi selvaggia, vissuta da donne coraggiose e piene di fede. Leggiamone, nella prima pagina di quel numero 1 anno 1, le motivazioni di pubblicazione: “Perchè?… Viene a voi (il notiziario) compreso dell’importanza della missione … sapendosi ardentemente desiderato, viene colla certezza di essere bene accolto”

Noi che teniamo quel primo numero con emozione tra le mani, possiamo solo dire che l’entusiasmo che motivava quelle suore nel 1927, continua oggi con la stessa forza e determinazione per “esporre nel modo più interessante possibile i costumi, gli usi, la religione dei popoli pagani di questa Costa Occidentale d’Africa, denominata così bene Costa degli Schiavi, riprodurre abbondantemente le lettere delle religiose, narrare i duri sacrifici, associare il lettore alle loro speranze … poi se ne andrà (il notiziario) nelle lontane regioni dell’infelice Africa, e là soprattutto sarà di conforto alla Suora Missionaria, mostrandole che qui, sotto il bel cielo d’Italia, si prega per lei, si studiano i mezzi più efficaci per aiutarla …”.

Confrontate il sommario del gennaio 1927 con quello di questo primo numero del 2017, cercate a fianco di alcuni articoli  il riferimento al numero 1: vi accorgerete che, ieri come oggi, il mondo gira allo stesso modo, anche se le parole per descrivere gli accadimenti  possono essere differenti: Una generazione va, una generazione viene, ma la terra resta sempre la stessa … C’è forse qualcosa di cui si possa dire: “Guarda, questa è una novità? Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto.” Qoelet 1, 4; 1 ,10

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