In questo mese di maggio, dopo aver salutato papa Francesco con un oceanico e commosso abbraccio ai funerali del 26 aprile e aver vissuto le emozioni del Conclave, eccoci a salutare il nuovo Papa della Chiesa universale!
“La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!”
Con profonda gioia e speranza accogliamole prime parole di Papa Leone XIV, un pastore che porta nel cuore il respiro della missione e l’abbraccio di molti popoli. Le sue origini multietniche, nato da madre spagnola e padre italo-francese, sono già segno profetico di un pontificato aperto al dialogo tra culture e alla fraternità universale. Nel suo primo messaggio al mondo, papa Leone ha parlato con parole semplici ma profonde di pace, dialogo e di costruire ponti verso gli altri. Ha indicato nel Vangelo il sentiero di una pace possibile, costruita con gesti di misericordia, ascolto e giustizia. “Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace”.
Missionario per molti anni in Perù, dove è stato nominato Vescovo, il nuovo Pontefice ha vissuto accanto agli ultimi, condividendo le fatiche e la speranza del popolo di Dio. La sua esperienza di Chiesa “in uscita” si riflette nella sua visione di un pontificato che non teme le periferie, ma le cerca, le ama, le valorizza. “Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte. Tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore”
Per noi suore missionarie, Papa Leone XIV è una conferma luminosa del Vangelo vissuto tra i popoli. È segno di una Chiesa che non teme la diversità, ma la accoglie come dono dello Spirito. Accompagniamo il suo cammino con la preghiera, offrendo ogni giorno la nostra vita perché la pace annunciata diventi realtà vissuta. Lui stesso ci invita a farlo insieme: “Vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono”.
Alla preghiera per il nuovo pontefice continuiamo ad unire la nostra, in particolare oggi, 8 maggio, giorno in cui noi suore Nostra Signora degli Apostoli facciamo memoria dei 19 Martiri d’Algeria, tra cui ricordiamo le nostre due suore NSA, Bibiane e Angèle-Marie.
In occasione della beatificazione dei 19 martiri di Algeria, l’8 dicembre 2018, a Orano in Algeria, Papa Francesco ha annunciato che ogni anno, l’8 maggio, la Chiesa celebrerà la loro memoria.
Ricordando questi 19 martiri, facciamo memoria e veneriamo i numerosi Algerini che sono morti negli anni bui del terrorismo e preghiamo per il popolo di Algeria che sta lottando pacificamente per la democrazia dell’intero Paese.
In un mondo pieno di divisioni e conflitti, i Martiri di Algeria ci ricordano che la pace e la riconciliazione sono possibili se agiamo con amore e compassione verso il prossimo. Che la loro festa ci incoraggi a seguire il loro esempio, diffondendo la luce della speranza in un mondo che ha tanto bisogno di amore e solidarietà.
Anche la nostra Responsabile di congregazione, sr Mary T. Barron (che è anche presidente dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali), ha pregato per la Chiesa, durante l’ottava messa del novenale in suffragio di papa Francesco, nella Basilica di San Pietro. Il 3 maggio, alla messa celebrata da Mons. Ángel Fernández Artime, pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha preso la parola poco prima dell’atto penitenziale. A nome delle donne consacrate, ha tracciato un intenso ritratto di Papa Francesco: “pastore umile, compassionevole, colmo di un amore senza confini”, capace di ricordare al mondo intero che si può abbracciare la “fragilità”, non come “limite”, ma come sorgente di “grazia”. Alle religiose ribadisce l’invito del Papa a piegarsi nel servizio, “come Cristo si è chinato per lavare i piedi dei suoi discepoli”. Con voce colma di gratitudine, riconosce in Francesco colui che ha saputo accogliere e valorizzare le donne consacrate, rendendole “partecipanti attive del cammino sinodale”. “Promettiamo di portare avanti la missione”, ha concluso, “facendoci fuoco che accende altri fuochi”. Oggi, come ieri, gli uomini e le donne della presente generazione hanno grande bisogno di incontrare il Signore e il suo liberamente messaggio di salvezza!
(in allegato il discorso integrale di sr Mary T. Barron)
E infine, ricordiamo il nostro Giubileo NSA-SMA 2026, che si è aperto ufficialmente questo primo maggio in Benin e che ha siglato l’inizio di un anno speciale di festa, riflessione e nuove sfide per la missione! (articolo sul sito di settimana scorsa)